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Uffici post coronavirus

box ufficio insonorizzati

Uffici post coronavirus: come cambiano gli spazi del lavoro

Come cambiano gli uffici post coronavirus? La pandemia non ha solamente portato inevitabili cambiamenti nelle abitudini e nel modo di vivere delle persone, ma ha anche avuto un impatto molto importante sul mondo del lavoro e sulla sua organizzazione. Dal magazzino all’ufficio, dal ristorante al negozio, ogni ambiente lavorativo deve essere rivisto e riorganizzato, in modo da permettere a tutti i lavoratori di operare in totale sicurezza. Per ottenere risultati all’altezza delle aspettative è importante affidarsi ad aziende esperte del settore come Spazio Company, general contractor in grado di svolgere un’analisi dell’ambiente attuale e di individuare le aree in cui intervenire, adottando ogni miglioria che permetta di contrastare la diffusione del virus. Gli spazi lavorativi di oggi, infatti, dovranno cambiare e adattarsi in base alle direttive di distanziamento sociale che sono state imposte per evitare il contagio e il ritorno all’emergenza sanitaria di qualche mese fa. Gli open space dovranno essere modulabili e le distanze tra le postazioni di lavoro dovranno essere maggiori per consentire un ritorno in sede sicuro a tutti i lavoratori. Per incentivare l’adeguamento degli ambienti del lavoro e dei processi lavorativi, il Decreto Rilancio riconosce un credito di imposta pari al 60% per le spese sostenute nel 2020; inoltre, i lavoratori autonomi e le imprese che si trovano in un condominio possono beneficiare del bonus 110 per cento, se è il condominio stesso ad effettuare i lavori.

box ufficio da interni

Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti lavorativi

Con il Decreto del Rilancio viene riconosciuto un credito d’imposta pari al 60 per cento per sostenere e incentivare l’adozione di misure legate alla necessità di adeguare i processi produttivi e gli ambienti di lavoro per le spese che sono state sostenute nel 2020, per un massimo di 80.000 euro, in relazione agli interventi necessari per far rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di contenimento contro la diffusione del virus COVID-19. Vengono riconosciuti tutti gli interventi edilizi necessari per il rifacimento di spogliatoi e mense, per la realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni, per l’acquisto di arredi di sicurezza, nonché in relazione agli investimenti in attività innovative, ivi compresi quelli necessari ad investimenti di carattere innovativo quali lo sviluppo o l’acquisto di strumenti e tecnologie necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa e per l’acquisto di apparecchiature per il controllo della temperatura dei dipendenti e degli utenti (art. 120, Decreto Rilancio). Il credito d’imposta pari al 60 per cento è riconosciuto ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico, alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del Terzo settore.

Uffici post coronavirus: superbonus 110%

Il bonus ristrutturazione 110 per cento previsto dal Decreto Rilancio è disponibile anche per i lavoratori autonomi e le imprese che si trovano in un condominio. Sono esclusi dal bonus i lavori che riguardano un intero edificio adibito a uffici, attività di impresa o esercizio della professione, poiché la detrazione si applica esclusivamente alle proprietà che hanno una destinazione residenziale. Però, se è il condominio a effettuare i lavori, allora tutte le unità immobiliari che lo compongono possono beneficiare della detrazione, compresi uffici, negozi, magazzini e locali che sono adibiti ad attività di impresa di lavoro autonomo. Per beneficiare del bonus 110 per cento, è necessario effettuare uno degli interventi previsti per il miglioramento della classe energetica dell’edificio, come il cappotto termico o la sostituzione della caldaia con impianti centralizzati a condensazione.

box uffici pareti mobili

Uffici post coronavirus: riorganizzazione degli open space

Il modo di lavorare è oggi cambiato e lo stesso cambiamento si sta traducendo negli ambienti lavorativi. Gli uffici post coronavirus non avranno più l’aspetto che siamo stati abituati a vedere fino ad oggi. Gli ampi open space e le aree di coworking ideali per la collaborazione e la condivisione di idee devono essere ripensati e riqualificati; deve essere rivisto il concetto di privacy e devono essere rispettate le norme anti covid 19 che riguardano il distanziamento sociale e la densità di persone per locale. Gli open space devono quindi essere riprogettati e riconfigurati con soluzioni modulabili che permettono di adattare gli ambienti in base alle persone presenti e alle normative in vigore. Anche l’ arredo ufficio dovrà essere rivisto e ripensato per offrire al lavoratore una protezione individuale, con l’inserimento di pareti vetrate o pareti attrezzate, o scegliendo scrivanie e altri componenti dotati di pannelli divisori, che garantiscono sicurezza e una maggiore privacy. Non tutti i lavoratori potranno essere presenti contemporaneamente sul posto di lavoro, per questo è importante garantire un costante dialogo tra chi lavora in sede e chi invece è da remoto. Anche le aree comuni devono essere ripensate per assicurare il distanziamento sociale, organizzando dei turni e distribuendo arredi e componenti in modo da evitare assembramenti nelle ore di pausa.

Relayout degli spazi comuni

Per garantire la collaborazione tra i dipendenti che si trovano in sede e quelli che lavorano invece da remoto è fondamentale allestire delle conference room, degli spazi dove poter svolgere teleconferenze e riunioni in videocall. Per avere più spazio da adibire a nuove postazioni, gli spazi comuni delle aziende possono essere riorganizzati e i tavoli delle mense e delle aree break possono diventare, nelle ore in cui non vengono utilizzati, nuove scrivanie, riuscendo così a garantire il distanziamento sociale all’interno degli ambienti. I progetti di relayout uffici prevedono anche la riorganizzazione di sale riunioni e auditorium, che devono potersi modellare in base alle necessità, diventando multisale dalle dimensioni variabili. Come abbiamo visto, il Decreto Rilancio riconosce un credito di imposta pari al 60 per cento per gli interventi edilizi necessari per il rifacimento di spogliatoi e mense, per la realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni, in modo da incentivare l’adeguamento degli spazi comuni alle nuove disposizioni. Il credito d’imposta pari al 60 per cento è riconosciuto ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico, alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del Terzo settore. Dopo ogni utilizzo, tutte le aree comuni devono essere sanificate, in modo che siano sempre sicure e utilizzabili da altri colleghi.

Re-layout uffici

Uffici post coronavirus: le regole per un posto di lavoro sicuro

Oltre a riorganizzare gli uffici post coronavirus, è importante tenerli puliti nella quotidianità. La sicurezza di tutti deve essere al primo posto e ogni postazione deve essere attrezzata e sistemata in modo da offrire a ognuno gli strumenti di cui ha bisogno. In ogni ufficio deve essere stabilito un percorso unico, in modo da limitare gli incontri e rendere i flussi di movimento sicuri, predisponendo una corretta segnaletica e fornendo a ogni lavoratore le corrette indicazioni per rispettarla. Le singole postazioni e le aree comuni, inoltre, devono essere sanificate dopo ogni utilizzo, in modo che siano pronte e sicure per il seguente utilizzatore.

Al fine di favorire l’adozione di misure dirette a contenere e contrastare la diffusione del virus Covid-19, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni, agli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, spetta un credito d’imposta in misura pari al 60 per cento delle spese sostenute nel 2020 per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti utilizzati, nonché per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti. Il credito d’imposta spetta fino ad un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per l’anno 2020. Sono ammissibili al credito d’imposta le spese sostenute per la sanificazione degli ambienti nei quali è esercitata l’attività lavorativa e istituzionale e degli strumenti utilizzati nell’ambito di tali attività, l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, quali mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea, l’acquisto di prodotti detergenti e disinfettanti; l’acquisto di dispositivi di sicurezza diversi, quali termometri, termoscanner, tappeti e vaschette decontaminanti e igienizzanti, che siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalla normativa europea, ivi incluse le eventuali spese di installazione, l’acquisto di dispostivi atti a garantire la distanza di sicurezza interpersonale, quali barriere e pannelli protettivi, ivi incluse le eventuali spese di installazione (Art. 125 Decreto Rilancio).

Smart working e potenziamento tecnologico

Durante i mesi di chiusura moltissime aziende si sono trovate a dover ricorrere allo smart working per non fermare la propria attività e non perdere clienti e fatturato. Molte realtà, anche dopo la riapertura, hanno deciso di mantenere questa condizione, permettendo ai dipendenti di lavorare da remoto e di recarsi in sede solo per esigenze specifiche. Lavorare a distanza consente alle attività un risparmio dal punto di vista economico: sono necessarie meno postazioni, si consuma meno energia e gli spazi possono essere ridotti, riducendo quindi il canone di affitto. La cultura aziendale deve essere quindi più flessibile e orientata alle nuove tecnologie, il lavoro organizzato per obiettivi e dovrà esserci un appropriato bilanciamento tra smart working e presenza fisica in sede. La riduzione degli spazi, però, si scontra con la necessità di dover mantenere la distanza di sicurezza tra le postazioni, per questo motivo è sempre più diffuso il digital workplace, un luogo di lavoro virtuale che, grazie agli strumenti tecnologici a disposizione di ogni lavoratore, permette di svolgere al meglio la propria attività e di creare un collegamento tra chi lavora da remoto, chi si trova in sede e chi invece sceglie di collegarsi da uno spazio messo a disposizione dai servizi di coworking. Smart working e digital workplace non sono più due concetti separati, ma devono essere visti come gli strumenti necessari per affacciarsi agli spazi lavorativi di domani. Inoltre, per le aziende che decidono di compiere investimenti di carattere innovativo quali lo sviluppo o l’acquisto di strumenti e tecnologie necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa, il Decreto Rilancio riconosce un credito di imposta pari al 60 per cento. Il credito d’imposta pari al 60 per cento è riconosciuto ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico, alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del Terzo settore.

 

Spazio Company è in grado di offrire servizi di fit out, re-layout uffici e space planning che soddisfano ogni richiesta e ogni esigenza. Le soluzioni proposte da Spazio Company sono in grado di favorire la gestione ottimale degli spazi, nel pieno rispetto delle normative rischio Covid 19 in vigore per garantire la sicurezza dei lavoratori. Per avere maggiori informazioni contattaci: il team di Spazio Company è disponibile a fornire assistenza e consulenza per ogni progetto.

Spazio Company opera nel settore dei General Contractor italiani e ha sede a Milano. L’azienda è specializzata nella progettazione, nella ristrutturazione e nell’arredamento “chiavi in mano” con competenze specifiche legate all’ambiente ufficio, al terziario avanzato, alle proprietà residenziali di lusso e agli showroom.
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